La teoria del fare: formazione efficace e apprendimento esperienziale (parte 1)

Formazione efficace, per me, è far fare esperienza (scusate il giro di parole). Durante convegni, workshop, sessioni di formazioni l’oratore / trainer parla. Slide-dopo-slide.

Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e comprenderò (Confucio)

I contenuti passano dalla bocca dell’oratore alle orecchie di chi ascolta. E mi domando quale efficacia possa avere questo tipo di attività formativa nell’audience. Il risultato è certamente variabile a seconda di argomento, approfondimento, … e attenzione e interesse del pubblico (oserei dire)

Un modello di formazione efficace

Quando esercito la funzione di formatore, mi pongo la domanda su quale sia la migliore modalità per poter essere efficace nella mia attività. Certamente se la platea non conosce un concetto è necessario uno strumento per trasferire le conoscenze nelle “teste” dei miei interlocutori: dal mio punto di vista è una attività necessaria, ma non è il punto di arrivo del processo di apprendimento.

Per questa prima fase gli strumenti migliori sono certamente:

  • Un computer con proiettore su cui visualizzare slide / chart
  • Una lavagna a fogli mobili

Alcuni suggerimenti per una formazione efficace

Le slide

Le slide devono essere chiare, trasmettere contenuti ma non essere noiose. Una comunicazione efficace passa certamente per slide efficaci; alcuni suggerimenti in merito:

  • Poco testo
  • Immagini emotive
  • Animazioni “contenute” (il troppo-“stroppia”)

Ricordati comunque che il videoproiettore (e le slide dunque) sono solo un mezzo: quello che conta è la tua voce, sei tu: altrimenti, la prossima volta, componi un bel manuale in PDF, invialo via mail e l’efficacia sarà la medesima (ammesso che chi riceve legga il tuo documento).

Aspetti logistici

Prima della sessione di formazione informati su dove la svolgerai: una piccola sala riunioni è molto diversa da un teatro. Informati inoltre sulla dotazione informatica necessaria: compatibilità tra il tuo computer e il proiettore (non è banale: a eventi anche molto blasonati, ho visto arrivare oratori con documenti in keynote, stupendi e doverli convertire al volo in PDF per poterli visualizzare, perdendo tuttavia tutte le animazioni, etc…), audio, telecomando passa-slide, … e tutto quanto possa essere di aiuto per la buona riuscita dell’evento.

Dove posizionarti rispetto la platea

Se la situazione lo consente, ti suggerisco di rimanere in piedi di fronte alla tua platea. Considerando il punto di vista di chi ti guarda, posizionati a sinistra. Al centro il monitor / telo del videoproiettore, a destra la lavagna a fogli mobili. Questo tipo di posizionamento ti consentirà di ottimizzare la riunione: siamo occidentali, dunque le persone guardano da sinistra verso destra e guarderanno in modo più “naturale” te, prima del video proiettore e della lavagna.

Preparati

“Preparati” ha due valenze:

  • Prepara bene il tuo speech: anche se sei molto esperto dell’argomento, devi avere bene in mente quali siano i contenuti, la loro organizzazione, il motivo per cui il tuo interlocutore dovrebbe ascoltarti, … Valuta anche il tempo che ti è necessario e dichiaralo agli interlocutori (e poi mantieni la parola)
  • Prova la presentazione, le transizioni, che il computer supporti il formato del tuo slideshow, …

Lavagna a fogli mobili

La lavagna a fogli mobili è lo strumento di formazione meno considerato negli ultimi anni. Secondo me è fondamentale per FISSARE i concetti. Quando finisci un argomento, utilizza la lavagna e appuntali. E’ l’occasione per avere un feedback dal pubblico per capire il loro livello di comprensione. Puoi fare domande e farti aiutare dal pubblico stesso a riepilogare quanto visto.

Molto utile anche al rientro da una pausa pranzo / caffè per riprendere il filo del discorso.

Ice-breakers

Utilissimi soprattutto in caso di sessioni con pochi partecipanti (una decina per capirci). Sono dei piccoli “giochi” che possono avere diversi scopi:

  • Presentarsi, se le persone non si sono mai viste precedentemente e per evitare l’odiosissimo “giro tavola”
  • Per limare l’effetto timidezza e permettere ai partecipanti di sentirsi a proprio agio
  • Per “distrarre” i partecipanti, soprattutto prima di riunioni “spinose”
  • Per introdurre il tema che si dibatterà

Io ne faccio ampio uso e li utilizzo anche per “spezzare” il ritmo delle sessioni. Il livello di attenzione negli adulti cala molto velocemente, ed è utile correre ai ripari.

Laboratori e role-play in azienda

Giocare in azienda? Per me si, certo. Chiaro che si tratta di un ambiente di lavoro e che il gioco è da intendersi gioco serio, come vedremo in un esempio che segue.

Laboratorio

Il laboratorio è una sessione di formazione fondamentale per il successo del processo di apprendimento. Lo scopo è quello di riprendere in modo specifico un singolo argomento, pianificato insieme ai partecipanti stessi, che sono ben consapevoli degli obiettivi della sessione. Personalmente non utilizzo molte slide, e mi faccio aiutare dai partecipanti, che divengono dunque parte attiva della formazione stessa.

Role-Play

I giochi di ruolo servono per mettere “a terra” in modo diretto quanto visto nelle sessioni di formazione diretta. Qui il ruolo del formatore diventa quello di facilitatore. La sessione di gioco va preparata con attenzione: case histories, strumenti a disposizione dei partecipanti, eventuale materiale stampato nel numero corretto di copie. Va pianificato inoltre anche il tempo per ogni fase di gioco e condivise le regole a cui attenersi. Ogni partecipante assume un ruolo preciso e il gruppo di lavoro simula particolari a

Lego Serious Play

Un ottimo esempio di apprendimento esperienziale è quello di Lego Serious Play. Non si tratta di uno strumento di formazione, bensì di una metodologia di facilitazione di riunioni tramite l’utilizzo di LEGO. Lo cito comunque perché ritengo sia un ottimo esempio di sessioni nelle quali il risultato emerge dall’esperienza diretta del singolo e, tramite un facilitatore, moltiplicata dall’esperienza in gruppo. Il LEGO è uno strumento che permette di disinibire il partecipante e dunque di potenziare le sue idee.

Credo che l’efficacia della formazione dipenda da molte variabili: certamente più aumenta il coinvolgimento del partecipante, maggiore sarà il risultato in termini di efficacia. Ri-citando Confucio: “coinvolgimi e comprenderò” (aka non mi basta che me lo racconti, fammelo fare). Nella seconda puntata della “teoria del fare” parlerò dell’importanza dell’allenamento nel processo di apprendimento.


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