La teoria del fare: per fare qualcosa serve allenamento (parte 2)

In un recente articolo ho parlato di formazione efficace, e di quanto sia importante, nel processo di apprendimento (specie se negli adulti) il “fare” più che una formazione diretta in aula.

Dunque, riassumendo il contenuto della puntata precedente:

  • è comunque importante una fase di aula, alla quale il formatore deve approcciare con preparazione (slide che non annoino, etc..)
  • è fondamentale un approccio di “ripresa” dei concetti visti in aula, tramite laboratori formativi

In questo articolo esprimo la fase finale del processo di apprendimento: per arrivare a una “competenza inconsapevole” (ho appreso, so i concetti e li ho applicati con costanza e ne destreggio) serve allenamento. Punto.

Esempi di allenamento

Perché suona così tanto strano? Eppure ci sono moltissimi esempi che ne testimoniano l’importanza:

  • Pensiamo a un bambino che impara a andare in bicicletta: i passaggi saranno graduali, da qualche giocattolo che insegna un primo approccio (qualche dondolo, una bici giocattolo senza pedali), un triciclo, una bici con le rotelle per poi arrivare a una bicicletta vera e propria
  • Nel mondo sportivo, è pieno di esempi di grandi campioni; certamente il talento conta molto, ma quando vediamo le abilità di un qualche giocatore durante un match, non dimentichiamoci delle ore e degli anni dedicati con passione e impegno a svolgere quella attività in sessioni di allenamento
  • Quando cominciamo una dieta, i primi giorni sembra impossibile riuscire ad abituarci a non mangiare quanto siamo abituati; il protrarsi di questa attività comporta il successo: dopo qualche giorno saremo in grado di sostenere i nuovi ritmi
  • Quando abbiamo parlato in pubblico per la prima volta siamo stati impacciati: sudorazione, agitazione, mancanza di saliva in bocca, etc… L’abitudine, la ripetizione e il comprendere e migliorare i nostri difetti porta un risultato ogni volta migliore rispetto alla volta precedente

Elementi di un buon allenamento

Gli esempi sopra citati indicano chiaramente quali siano i punti focali di un buon allenamento:

  • Talento: chi ha più talento in una determinata attività, apprende più velocemente. Ma nulla è impossibile per nessuno, il che ci porta al:
  • Tempo: allenamento è una questione di tempo che impieghiamo a ripetere una determinata attività. Ma talento e tempo non servono a nulla se manca:
  • Interesse: se qualcosa ci affascina, ci dedichiamo anima e cuore
  • Testa: secondo il mental training, è importante pensare con concentrazione a quello che si fa. Banale? Direi proprio di no: molti atleti utilizzano l’allenamento ideomotorio per ripetere mentalmente una determinata attività “a freddo”

Allenamento: quante volte ripetere?

Ricordate quando a scuola, gli insegnanti suggerivano di ripetere a voce alta? Certamente è una teoria validissima, ma quante volte devo ripetere per arrivare a destreggiarmi e essere dunque competente inconsapevole di una determinata materia? La risposta è influenzata da moltissime variabili, ma esistono degli studi nel campo della PNL riguardo il cambiamento di abitudini che potrebbero supportare una risposta.

Secondo questi studiosi, servono da un minimo di 21 giorni (Malz) a una media di 66 per poter cambiare una qualche abitudine; questo numero, è in ogni caso influenzato dalla tipologia di abitudine che dobbiamo modificare. Una attività semplice può essere modificata in qualche giorno, una più complessa richiederà più tempo. In ogni caso sarà necessario persistere con un allenamento specifico.

Quante cose possiamo imparare?

Ci sono inoltre alcuni studi che ci dimostrano come l’essere umano riesca a memorizzare e riflettere riguardo un numero limitato di attività. Secondo Miller (1956), l’uomo è in grado di gestire un numero di 7 più o meno 2 di oggetti. Questo numero è stato applicato (fonte http://www.pensierocritico.eu/numero-magico-7.html) anche nel marketing e nella comunicazione per determinare il numero di elementi di menu a discesa, piuttosto che in locandine, …

Ricapitolando

In un processo di formazione, è senz’altro importante un approccio “d’aula”, nel quale apprendere un concetto. Per arrivare a una maggiore consapevolezza, è tuttavia necessario ripetere una determinata azione un numero sufficiente di volte che ci consenta di esserne padroni (competenza inconsapevole)

Riprendendo l’esempio del bambino: con un po’ di allenamento, non ci si dimenticherà mai come andare in bicicletta!


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