Perché è importante essere nella prima pagina di Google?

Tutti vogliono essere nella prima pagina di Google: è veramente così importante posizionare la propria attività? Chiaramente la domanda è retorica: si, non solo è importante, ma è l’unico modo per esserci veramente.

Già da qualche anno nel web circola il detto che rappresenta al meglio il concetto: “il posto migliore dove nascondere un cadavere è certamente la pagina 2 di Google”.

1 – la pigrizia dell’utente

Il primo motivo non è direttamente (solo indirettamente, come vedremo di seguito) ed è legato alla pigrizia degli utenti internet, che desiderano tutto-e-subito; ovvero a portata di clic / touch. È questo il retro della medaglia dell’eccellente lavoro fatto dai motori di ricerca nei loro algoritmi, che hanno decisamente migliorato la pertinenza sia organica che paid dei risultati rispetto alla keyphrase digitata dall’utente. E anche, mi viene da dire, dall’ottimo lavoro che molti sviluppatori hanno fatto sui siti internet in termini di user experience, ma anche di contenuti, etc…
Insomma: “li” abbiamo talmente abituati bene, che “loro” stanno in pagina 1 😉

2 – I numeri parlano chiaro

D’altra parte anche i numeri parlano chiaro: in Italia (dati 2014, gs.statcounter.com) il 95% degli utenti che fa una ricerca utilizza Google. Circa 2/3 degli utenti, tuttavia, si “accontenta” dei primi 10 risultati. In altre parole, su 100 ricerche, circa 75 utenti NON andranno mai nella seconda pagina.

3 – per alcune categorie è obbligatorio esserci

È veramente necessario per il tuo business essere primo su google? Dipende anche, e molto, dal mercato di riferimento. Di primo acchito mi viene da dire che in linea di massima è quasi sempre importante essere posizionato in prima pagina: immagina di vendere telefoni e di avere acquistato uno stock di uno smartphone che ti garantisce di avere un prezzo migliore del tuo concorrente; se nessuno viene informato di questo, saranno esposti nelle prime posizioni la casa produttrice e altri rivenditori con maggiore rilevanza di te.
E’ importante esserci “a tutti i costi”: questo chiaramente no. La posizione raggiunta per una determinata parola chiave, a pagamento o su organico, è sempre da confrontare con il costo da sostenere per raggiungere e mantenerla. E il costo è poi da misurare unitamente al ROI della campagna di digital marketing.
Ci sono poi dei casi in cui non è “per niente importante esserci”: mi riferisco in particolar modo a realtà che non hanno necessità di essere trovate per parola chiave ma esclusivamente per “nome” (ad esempio associazioni, gruppi privati, …). Per questi clienti, internet è un complemento del biglietto da visita, nulla di più.
Questi ultimi non sono da confondere tuttavia con la categoria di clienti che dicono “mi conoscono tutti” o “il mio mercato è saturo” o “lavoro con il passaparola”: mi riferisco soprattutto a attività B2C come ristoranti, centri estetici, etc.. per i quali è invece fondamentale essere trovati, soprattutto in mobilità, con strategie di local marketing ben affinate.

4 – Il mobile

Ultimo ma non ultimo fattore da considerare è il mobile. Se l’utente è pigro (punto 1), 95% della popolazione che fa ricerche usa Google e 2/3 non va a pagina due (punto 2), per alcune categorie è fondamentale esserci, i numeri dicono che per l’utilizzatore mobile il tutto è ancora più accentuato. Le dimensioni dello schermo sono ridotte, il momento all’interno del processo di acquisto è differente rispetto all’utilizzo desktop (immaginata che dobbiate prenotare un ristorante, banalmente), l’intenzione e il contesto in cui si trova l’utente sono completamente diverse.
Secondo dati audiweb il mobile cresce al 26% con una corrispondente (-12%) flessione del traffico da PC. Gli utenti, indifferentemente da età e sesso, sono sempre più mobile (fonte).

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